Interviste e articoli

 

 

 

 

Home
Le opere
La critica
Contatti
La vita
Interviste e articoli

"Il lago, il paesaggio lacustre - dice Drago - mi affascina, mi cattura, mi prende l'anima, mi dà delle emozioni forti, che scaturiscono dal cuore. E la pittura deve, innanzitutto, scaturire da dentro".

Dunque, lei dipinge solo scorci di lago, oppure si cimenta anche in soggetti differenti?

Ritraggo il lago, anche quando mi trovo in montagna, ma la mia vera fonte d'ispirazione è la natura in generale, viva, palpitante, il verde dei boschi che ti entra nei polmoni, orizzonti di campi sterminati, cesti di frutta colorata che ti inebriano con il loro profumo, nature morte di fiori cangianti di forte realismo. E anche fanciulle che passeggiano ai primi albori dell'alba, avvolte nel celeste glaciale della distesa lacustre, delle loro vesti, del cielo e della luce fulgida. Io sono avido di emozioni, voglio trasmettere emozioni, sono per una pittura più evocativa che descrittiva, non ostante che i miei soggetti siano di un realismo minuzioso.

Ritornando al nostro lago, tantissime sue tele sono improntate su questa distesa d'acqua azzurra, a volte colta con toni rassicuranti, a volte, più cupi ma a volte anche in modo più solare, quasi si facesse sentire la sua anima mediterranea.

Sì, a volte mi piace giocare con gli effetti tonali, con le pennellate brevi, con le pennellate di colore, colore - luce e colore - ombra, in una tessitura in apparenza scomposta, ma in realtà definita. Ed è naturale, che la mia anima "mediterranea" a volte si faccia sentire mentre dipingo il lago, magari davanti ad un tramonto infuocato, ad una luce calda ed avvolgente, che tanto mi ricorda la mia terra, il mio mare. Ma non è nostalgia: il lago di Como è bello così come è, è il più bel lago del mondo.

Lei non è l'unico pittore ad avere raffigurato il lago in diversi modi. Anzi pare che per gli artisti locali, sia un vero e proprio leitmotiv. Che cosa distingue la sua opera, a suo parere, dagli altri?

Ognuno ha un suo stile ed una sua sensibilità. Io posso rispondere per la mia e non per quella degli altri.

Un'ultima domanda: c'è qualche artista, qualche pittore locale o no, che ha influenzato la sua pittura?

Come ho detto, sono un istintivo, pertanto non mi sono mai ispirato a nessun pittore o pittrice, solo al mio istinto e questo mi è sempre bastato". Martita Fardin, La Provincia, 19 marzo 2002.

Il Drago arriva da una terra di mare, ma è innamorato del lago. "Voi non lo sapete, ma avete il lago più bello del mondo. Per un pittore, poi, quelle montagne che ci sono intorno, ah, che meraviglia". E' tutto lì, lago e monti, pescatori e turisti, albe e tramonti, barchette, lucie e antichi piroscafi come il Patria. E' tutto sulle sue tele. L'azzurro del cielo, mai troppo carico né troppo uniforme, l'azzurro del lago, sempre sfumato e con una luce sempre speciale, e le sagome dei pescatori, appena tratteggiate eppure in grado di evocare il lavoro che stanno facendo. Ci sono anche ritratti e cesti di frutta, dame o antichi signori a mezzo busto, nel laboratorio dove Calogero Drago vive in mezzo ai pennelli, colori ad olio, pendoli ed un numero impressionante di cornici antiche.

Sessantacinque quadri che sembrano tutte cartoline. "Ma io non copio, né dalle foto né dalle cartoline. Per me se copi perdi tutto. Io ho memoria fotografica, vado lì, sulle diverse sponde, guardo il panorama, calcolo le proporzioni tra lago e monti, studio la luce poi torno a casa e ho tutto in testa". Una galleria di quadri che ricordano da vicino l'impressionismo.

Alle 6 del mattino è già in piedi anche se ha 4 bypass e pure il diabete. "Un cappuccino e poi inizio a dipingere" La sua compagna che sta con lui da 20 anni, lo lascia fare a qualunque ora, "magari salta il pranzo perché gli viene l'estro e a volte l'ispirazione gli arriva di notte - racconta lei con occhi ancora innamorati - Io gli lascio tutto il suo spazio. L' ho sempre lasciato fin dai primi tempi. Io vedevo i suoi quadri e piangevo. Perché pensavo che un uomo capace di fare simili lavori avesse un animo straordinario". All'inizio vivevano in un unica stanza, quella che adesso è il vero e proprio atelier, poi col tempo si sono allargati, ma la casa di via Bellinzona 138 e come un museo, piena di pendoli e cornici.

"Ormai non c'è più niente, ho venduto quasi tutto. Io adoro le cornici, le compravo del seicento o del settecento e le restauravo, ma ora mi dedico alla pittura. Ho 66 anni ormai". Sessant'anni con il pennello in mano perché il Drago, che è originario di Salaparuta, ha capito che voleva diventare un pittore già a 6 anni.

"Rubavo i colori ai decoratori e poi mi insegnavano loro certe volte. Io ho ereditato questa passione da uno zio, Rosario Drago, morto nella guerra del '15-'18". Ai tempi della guerra in Sicilia non c'era né lavoro né cibo quindi Calogero entrò nella guardia di finanza e fu così che finì a Como e ci restò 3 anni. "Quando mi tolsi la divisa e rimasi per strada sa come mi mantenni? Facendo quadretti e vendendoli ai negozianti". Anche quando trovò lavoroe, grazie alle sue capacità riuscì a diventare assicuratore generale, non mollò mai il pennello finché non riuscì a farne il suo lavoro.

"Io credo che la materia sia importantissima e attraverso quella continuo a sperimentare. E, lo scriva, uso solo colori a olio Winsor & Newton, perché sono i migliori". La casa è disseminata di cavalletti e tavolozze e i rintocchi dei pendoli interrompono l'intervista. "Sono la mia passione, quando sono stressato ne smonto uno e lo ricostruisco daccapo". Il restauro, invece, è ormai acqua passata. Ma c'è una scatola piena di foto che documentano quanto fosse bravo il Drago a riportare alla luce i dipinti originale. "Ho imparato tutto da solo, lei non sa quanto si impara dalle opere antiche. A volte le cornici valgono di più dei quadri, ma bisogna essere capaci di riconoscerle". Anna Savini, La Provincia, 20 settembre 2005.

 

webmaster

D. L. AUDIO di Drago Luca
++39 031 263 095
P.zza S.Rocco, 42 22100 COMO (ITALY)
web@dlaudio.it

Copyright & copy; 2006, Luca Drago
Revised - 08/2006 -